Docenti sostegno precari entro 15 giugno devono confermare disponibilità. Anief ribadisce sua contrarietà

Pubblicato il 11/06/2025
Ultima modifica il 11/06/2025 alle ore 21:41
Teleborsa
E' tempo di decisioni per i docenti precari di sostegno confermati su assenso delle famiglie e consenso del dirigente scolastico dove quest'anno sono in servizio: la conferma della loro supplenza, anche per l'anno scolastico 2025/26, deve concretizzarsi entro il prossimo 15 giugno: l'insegnante individuato, scrive la stampa specializzata, è chiamato entro la metà di giugno ad esprimere "la volontà di conferma con precedenza assoluta nell'ambito della domanda per le supplenze 2025/26 (solo se avrà dato la prima conferma troverà una sezione in cui confermare la propria disponibilità. In questa fase potrà confermare la decisione o dire di no non compilando la sezione)". E' anche vero che permangono delle indecisioni su chi si vedrà assegnare il posto annuale 2025/26 e la continuità didattica in taluni casi, come quello di due docenti confermati dalla famiglia dello stesso alunno.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, torna ad esprimere il suo dissenso per questo tipo di reclutamento annuale: "Non ci stancheremo mai di dire che se oggi due alunni su tre con disabilità cambiano a scuola almeno un insegnante di sostegno l'anno, la colpa è principalmente di chi si ostina ad assegnare oltre 100mila cattedre l'anno a docenti precari e spesso nemmeno specializzati". Sulla legittimità costituzionale del decreto ministeriale n. 32/2025, il sindacato Anief continua ad esprimere forti dubbi: per questo si è rivolto al Tar, la cui udienza, proposta degli insegnanti soci Anief è prevista per il prossimo 19 novembre.

"Il problema è che la metà degli insegnanti di sostegno ancora oggi è chiamato dagli Uffici scolastici o direttamente dalle scuole su posti in supplenza. E questo avviene, da almeno trent'anni, senza che nessuno gridi allo scandalo. Con la decisione di fare confermare o meno il docente precario di sostegno si vuole, in pratica, garantire il diritto allo studio con la mortificazione della dignità di ogni lavoratore. Invece – conclude Pacifico – vogliamo ribadire che se si vuole la continuità didattica, lo Stato deve finirla di assumere gli insegnanti di sostegno falsamente in deroga, con supplenze dunque fino al 30 giugno dell'anno successivo, e assumere in ruolo, invece, su tutti i posti vacanti".