Il
reddito professionale medio dei Commercialisti nel 2024 (anno d'imposta 2023) è aumentato del 10,1%, in accelerazione rispetto al +7,6% dell'anno precedente. Il valore medio si è portato a 80.648 euro. Rispetto al 2008 (anno di nascita dell'Albo unico tra Dottori commercialisti e Ragionieri), il reddito professionale medio è aumentato del 34,8%, mentre, nello stesso periodo, il Pil nominale è cresciuto del 29,7%. La maggior parte dell'incremento del reddito medio è avvenuta negli ultimi tre anni (+29,4%) ed è stata superiore a quella del Pil nominale (+27,6%). Il dato assume ancora più rilievo se, invece del Pil nominale, si prende a riferimento il Pil nominale medio per occupato che nel periodo considerato è aumentato del 21,7%, quindi a un ritmo decisamente inferiore. Sono alcuni dei dati che emergono dalla
nuova edizione del Rapporto annuale sull'Albo dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, pubblicato dalla Fondazione nazionale di Ricerca della categoria. Il reddito professionale medio dei Commercialisti viene elaborato dalla Fondazione come media ponderata dei redditi dichiarati alle due casse di previdenza della categoria, la Cassa dottori commercialisti e la Cassa ragionieri. Nel 2024, il reddito medio professionale degli iscritti alla Cassa Dottori è pari a 88.366 euro (+10% sul 2023), mentre il reddito medio professionale degli iscritti alla Cassa ragionieri è pari a 60.943 euro (+9% sul 2023).
Dal Rapporto emerge anche che, nel corso del 2024, il numero degli
iscritti all'Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha fatto registrare una contrazione di 472 unità pari al -0,4%. A fine anno, gli iscritti sono stati pari a 119.952. Nel corso dell'anno, si sono registrate 1.958 nuove iscrizioni, in aumento del 5% rispetto alle 1.864 del 2023. Pertanto, il calo degli iscritti è imputabile all'incremento delle cancellazioni avvenute prevalentemente per motivi anagrafici.
La
tendenza al calo degli iscritti riguarda anche le casse previdenziali che fanno registrare un calo dello 0,1%. Il risultato, però, è condizionato dall'andamento asimmetrico che vede la Cassa dottori commercialisti continuare a crescere (+0,5%) e la Cassa ragionieri continuare a decrescere (-1,8%). Il calo di iscritti è imputabile alla dinamica negativa della sezione A dell'Albo, che fa registrare una diminuzione di 796 unità, pari a -0,7%, contro un incremento di 171 unità nella sezione B pari al +7,6%, che determina un calo complessivo di 625 unità, parzialmente compensato da un incremento di 153 iscritti nell'elenco speciale.
Le
donne iscritte sono passate dal 33,8 al 34%, mentre gli under 41 sono saliti di quota passando dal 14,7% al 16,2% contro un ridimensionamento della quota di over 60 passati da 28,5% a 27,1%.
Il calo di iscritti è concentrato al Centrosud (-1% al Sud e -0,6% al Centro), mentre al Nord continua a registrarsi un aumento (+0,2%). Analogo trend si presenta anche per il Registro dei praticanti che mostra un calo di iscritti pari a -5,7% a livello nazionale, sintesi di un -13,8% al Sud e -0,7% al Nord. Per contro, i redditi medi professionali crescono di più al Sud (+10,9%) che al Nord (+9,2%), favorendo un ulteriore calo del divario reddituale Sud-Nord.
Continua la
crescita delle Società tra professionisti (+10,9%), che hanno raggiunto le 1.961 società a fine 2024 con un incremento di 193 unità. Il dato sugli iscritti al Registro dei praticanti è negativo con un calo di -668 unità che porta il totale a 11.039.
Per il
presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio "la professione di Commercialista, anche attraverso i numeri di questo Rapporto, giunto ormai alla 18esima edizione, appare in netta controtendenza rispetto ad altre realtà professionali ed è più solida che mai. I dati dimostrano un cambio di passo importante intrapreso negli ultimi anni".
Per
de Nuccio "l'indicatore chiave è il reddito professionale medio che nell'ultimo anno, il 2023, è cresciuto del 10,1% e che negli ultimi due anni, 2022-2023, è aumentato addirittura del 18,5%, superando perfino la crescita del Pil (+6,7% nel 2023 e +15,7% nel biennio 2022-2023) e sovraperformando anche rispetto alle altre professioni economico-giuridiche".
"Il calo degli iscritti – aggiunge
de Nuccio – si inserisce nella tendenza generale negativa che coinvolge l'intero mondo delle libere professioni. I dati mostrano che si tratta di un fenomeno prettamente demografico. Anzi, se osserviamo bene la dinamica delle iscrizioni all'albo dei Commercialisti e la confrontiamo con quella di altre categorie professionali, emerge con tutta evidenza un netto disallineamento. Stando ai dati delle Casse di previdenza, infatti, la professione forense registra un calo di iscritti già a partire dal 2021, mentre i consulenti del lavoro sono in calo dal 2022. Negli ultimi tre anni, gli avvocati si sono ridotti del 3,5%, i consulenti del lavoro dell'1,6%, i Commercialisti dello 0,02%. Il fattore resilienza per i Commercialisti è di estrema importanza nel momento in cui la professione si va ridisegnando con l'obiettivo di rafforzarne l'identità e favorirne il rilancio. Nessuno può negare, infatti, che il calo dei praticanti, continuo da diversi anni, sia un fattore di allarme importante che non va sottovalutato. Il fattore resilienza non ci proteggerà ancora per molto. Il cambiamento è urgente se non vogliamo rischiare una deriva professionale che danneggerebbe tutti. Per questo, stiamo puntando molto su una riforma dell'ordinamento professionale che fa leva proprio sui giovani con l'obiettivo di rendere la professione di Commercialista più attraente e propulsiva".