Landi (Anthilia): con riforma dei PIR serve maggiore allocazione verso PMI italiane

L'intervento all'evento AssoNext
Pubblicato il 22/05/2025
Ultima modifica il 22/05/2025 alle ore 14:42
Teleborsa
"Noi abbiamo in portafoglio circa 120 aziende, con il 15% che sono arrivate alla quotazione dopo nostri interventi. Facciamo investimenti di lungo termine a 7-10 anni, meno se l'imprenditore ha realizzato con successo gli investimenti che permettono di resistere a stress e quindi è stata una relazione win-win. E li ci poniamo il tema di trovare altri strumenti di passaggio come può essere la quotazione in Borsa. Per arrivare a questo passaggio il tema della liquidità è determinante". Lo ha affermato Giovanni Landi, presidente di Anthilia Capital Partners SGR, all'evento AssoNext alla Camera dei Deputati.

"In Italia non manca l'interesse e l'accompagnamento dai private ai public markets, e c'è un ambiente fiscale tutto sommato non negativo come testimoniano i PIR, che peraltro hanno rappresentato l'unico momento in cui fiscalità pubblica ha avuto benefici rispetto al bilancio dello stato", ha aggiunto.

"Con la riforma dei PIR serve però una maggiore capacità allocativa verso le PMI italiane - ha detto Landi - Fino a qualche tempo fa venivo deriso quando suggerivo un qualche obbligo negli investimenti. Se però la libertà di mercato si traduce solo in investimenti in fixed income e short term, un obbligo verso l'equity ci vorrebbe per talune categorie di operatori istituzionali, con chiaramente dei benefici da associare".