Auto, Urso: a luglio prossimo tavolo settore

presente anche Stellantis
Pubblicato il 22/05/2025
Ultima modifica il 22/05/2025 alle ore 20:14
Teleborsa
Il lavoro del Tavolo Automotive "prosegue con Stellantis e con le associazioni della componentistica. Ritengo che il prossimo Tavolo lo convocheremo a luglio per fare un bilancio sugli impegni di Stellantis, su quello che il governo ha fatto e intende fare per il rilancio dell'automotive e per presentare altre eventuali opportunità di sviluppo del settore nel nostro paese. Stiamo lavorando ogni giorno su questo". Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy a margine della visita a Speedline azienda di Mestre che produce cerchi in alluminio in amministrazione straordinaria. Il Tavolo Stellantis invece "si è chiuso a dicembre con la presentazione del Piano Italia che riporta il nostro paese al centro dello sviluppo e dei piani industriali di questa multinazionale che è nata in Italia", ha spiegato Urso

"Apprendiamo dagli organi di stampa che il tavolo automotive sta lavorando e che verrà riconvocato a luglio. Non è chiaro con chi il Governo stia lavorando, a fronte del fatto che i nostri continui appelli a convocare rapidamente le parti a Palazzo Chigi risultano tuttora disattesi". Lo dichiara in una nota Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità.

"Nel frattempo la situazione di tutto il settore automotive è sempre più grave: continua il calo delle produzioni, il contestuale aumento dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali e sono riprese le uscite volontarie in Stellantis negli stabilimenti di Pomigliano, Pratola Serra, Melfi e Termoli. Per quanto riguarda poi la situazione della componentistica e degli appalti, in particolare nell'ambito della logistica, la situazione è ancor più grave". "Il tavolo automotive dovrebbe occuparsi di questo e lo dovrebbe fare con un coinvolgimento costante delle organizzazioni sindacali, invece la Presidente del Consiglio continua a voltare lo sguardo disinteressandosi della prospettiva dell'industria dell'auto e delle gravissime ripercussioni occupazionali e sociali che potrebbero ricadere sulle lavoratrici e sui lavoratori" conclude Lodi