L’Italia guadagna due posizioni nella classifica europea e quattro in quella mondiale rispetto al 2023,
ma resta ampio il divario con i paesi che guidano i ranking: è
quanto emerge dallo Studio Pagamenti 2025 di CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nel fornire informazioni, soluzioni e consulenza alle imprese, presentato oggi agli IBM Studios di Milano.
Lo Studio Pagamenti, considerato il principale evento italiano sul credit management, che analizza e confronta le abitudini di pagamento delle imprese in Italia e nel mondo, fotografa una situazione frammentata: s
e da un lato paesi come Danimarca (94,2%), Polonia (87,5%) e Paesi Bassi (80,2%) si confermano campioni di puntualità, in altri contesti crescono i ritardi gravi, soprattutto in Europa meridionale e Nord America.Con il 45,1% di pagamenti alla scadenza, l
’Italia si posiziona nel 2024 al 16° posto in Europa (ventisei i paesi scrutinati in termine di puntualità), in miglioramento di due posizioni rispetto al 2023, sebbene si registri una fievole diminuzione della percentuale di imprese che pagano alla scadenza, erano il 46,7% a fine 2023. Resta tuttavia ampio il divario con le nazioni più virtuose: la Danimarca è al primo posto nel continente con una percentuale pari al 94,2%, seguita da Polonia con l’87,5% e i Paesi Bassi con l’80,2%. Chiudono la classifica Bulgaria (19,1%), Portogallo (18,7%) e Romania (12%).
È invece in aumento il numero di aziende in Italia che hanno registrato ritardi gravi (oltre i 90 giorni) nei pagamenti, con una percentuale che passa dal 3,4% nel 2023 al 4,4% nel 2024.
L’Italia guadagna posizioni in classifica anche nel ranking internazionale, dove si posiziona al 24° posto (trentotto i paesi considerati), rispetto 28° della scorsa edizione.
A guidare la classifica mondiale
la Danimarca, seguita da Polonia e Nuova Zelanda (83,2%). In coda al ranking ritroviamo Bulgaria, Portogallo e Romania. Guardando alle performance generali delle principali economie si può notare un rallentamento nell’incremento dei pagamenti puntuali, e un più sostenuto aumento dei ritardi gravi. Un caso tra tutti gli Stati Uniti in cui i ritardi gravi sono aumentati dell’11,5% rispetto all’anno precedente.
La Cina al contrario, sta vedendo un lieve ma continuativo miglioramento nella puntualità di pagamento e un meno -5% nei ritardi gravi, dopo il periodo particolarmente critico della pandemia.
Anche in
Europa Centrale, in cui si concentrano alcune delle economie più virtuose e puntuali si nota la medesima tendenza.
“L
’Italia guadagna due posizioni nel ranking pagamenti puntuali rispetto allo scorso anno e si avvicina alle più importanti economie europee. Tra queste, la Germania, che vede una diminuzione nella percentuale di aziende che pagano con puntualità. Questo comporta un miglioramento nella competitività delle nostre imprese che devono comunque continuare a gestire il credito con particolare attenzione, soprattutto in un momento di particolare incertezza.
La discussione sui dazi, soprattutto, interessa da vicino l’Italia, un’economia caratterizzato da una forte vocazione all’export. Più in generale, lo scenario delineato dall’ultima edizione dello Studio Pagamenti evidenzia una dinamica internazionale eterogenea, caratterizzata da segnali contrastanti. Se da un lato alcuni Paesi continuano a registrare elevati livelli di puntualità, dall’altro emergono segnali di cedimento anche in economie storicamente solide come Norvegia e Germania, a conferma di un contesto globale sempre più esposto a pressioni economiche e finanziarie. La crescita dei ritardi gravi rappresenta un segnale d’allarme che le aziende non possono permettersi di sottovalutare.
In uno scenario in cui l’incertezza è diventata la norma, le imprese devono dotarsi di una cultura del rischio più evoluta, basata su strumenti informativi tempestivi, analisi predittive e una governance attenta delle relazioni commerciali", sottolinea
Marco Preti, Amministratore Delegato di Cribis.