Sebbene siano sempre più diffusi i comportamenti digitali nella vita di tutti i giorni degli italiani, il tasso di utilizzo dell’
internet banking rimane inferiore alla media europea: secondo Eurostat, nel 2024 solo il 55% degli italiani accede ai
servizi bancari digitali evidenziando un
ritardo, secondo
Deloitte, di circa 6-8 anni rispetto a Paesi come Francia e Spagna, e uno ancora più ampio con quelli più virtuosi come Danimarca e Finlandia.
La diffusione del digital banking in Italia è trainata dal
canale mobile, con circa il 60% degli utenti che nel 2024 hanno utilizzato servizi di mobile banking – un numero destinato a crescere fino all’80% nel 2029 a fronte di una riduzione delle visite in filiale (65% nel 2024, in contrazione fino al 50% nel 2029).
Queste alcune delle principali evidenze emerse dalla sesta edizione del
Digital Banking Maturity di Deloitte, il più grande studio globale sul settore bancario digitale basato sull’analisi di un campione di quasi 350 banche attive in 44 Paesi – di cui 22 in Italia - e un’indagine demoscopica internazionale con oltre 4.400 rispondenti.
"Negli ultimi anni, il livello di digitalizzazione in Italia ha registrato un tasso di crescita superiore rispetto ai Paesi europei, allineandosi alla media del continente. I comportamenti di consumo degli italiani, dunque, si dimostrano sempre più orientati al digitale nella quasi totalità delle abitudini quotidiane – ha spiegato
Manuel Pincetti, Managing Partner di Monitor Deloitte – Anche se questo fenomeno si riflette in misura ridotta rispetto ai comportamenti digitali in ambito bancario, il ritmo di crescita registrato tra il 2019 e il 2024 risulta superiore rispetto ai Paesi più avanzati in particolare per il canale Mobile con il 60% di active user contro il 35% del Desktop, mostrando buone prospettive per la riduzione dell’attuale divario nei prossimi anni".
Prodotti bancari sempre più richiesti dai clienti in modalità digitale: crescono operazioni di daily banking, polizze assicurative e prestiti, mentre per i mutui resiste il canale fisico
Lo scorso anno circa il 95% dei
trasferimenti bancari è stato effettuato tramite canali digitali (di cui il 65% tramite App mobile), il
comparto bancassicurativo ha registrato il 50% delle polizze sottoscritte online, e il 40% delle relazioni tra clienti e promotori finanziari in ambito gestione patrimoniale è avvenuta in modalità virtuale. La forte propensione verso
soluzioni interamente digitali si registra anche per i prodotti bancari generalmente più complessi afferenti al comparto del credito. Il 30% di prestiti nel 2024 è stato sottoscritto online (dei quali il 45% da app mobile), ed è atteso in forte crescita fino a raggiungere volumi pari a circa 44,3 miliardi di euro al 2029, fortemente trainati da prodotti di credito più semplici quali prestiti personali e finalizzati. I
mutui sono il prodotto con la minore penetrazione digitale (ovvero solo il 15% nel 2024), rallentati dalla complessità burocratica e dalla preferenza dei clienti per il supporto consulenziale de visu.
Le
banche tradizionali in Italia, che a fine 2023 erano circa 390, hanno registrato una lieve crescita dei depositi diretti da clientela, con un
CAGR (tasso di crescita annuo composto) del +4% tra il 2019 e il 2023. Queste banche procedono nel percorso di razionalizzazione della
copertura territoriale, prevedendo una riduzione del -20% tra il 2024 e il 2029, attestandosi a circa
16 mila filiali nel 2029. Come emerge dal report di Deloitte, i player bancari tradizionali focalizzano sempre più gli
investimenti in ambito tecnologico, anche attraverso lo sviluppo diretto di soluzioni bancarie digitali: oltre il 35% delle banche europee ha investito nello sviluppo di una Digital Bank o FinTech negli ultimi anni e 3 banche su 4 hanno pianificato di intensificare gli accordi di collaborazione con FinTech verticali. Persiste la caccia ai
talenti "tech" attraverso programmi mirati di formazione e ricerca di profili con competenze verticali per massimizzare gli investimenti in ambito tecnologico, la cui carenza impedisce la piena valorizzazione dell’innovazione tecnologica per circa il 74% delle istituzioni finanziarie.
Le
neobank, banche native digitali, continuano ad attrarre utenti. A fine 2023 in Italia se ne contano circa 20 in attività, con tassi di crescita a doppia cifra: il CAGR 2019-2023 per i depositi diretti da clientela risulta pari a circa il +50%, a fronte del +4% registrato per le banche tradizionali. Secondo Monitor Deloitte, questo fenomeno si inserisce all’interno di un
percorso evolutivo tipico delle neobank orientato alla scalabilità – raggiunta in media in 7 anni di operatività – nel quale si possono riconoscere 3 principali stadi evolutivi focalizzati rispettivamente su: attrazione della clientela, monetizzazione e diversificazione su segmenti e prodotti più complessi.