Metano, IEA: quasi un terzo delle emissioni da settore dei combustibili fossili

EDFE: Italia acceleri su implementazione regolamento UE sul metano.
Pubblicato il 07/05/2025
Ultima modifica il 07/05/2025 alle ore 18:04
Teleborsa
Nel 2024 il settore dei combustibili fossili è stato responsabile di quasi un terzo delle emissioni di metano derivanti dall'attività umana. La produzione record di petrolio, gas e carbone, unita a limitati sforzi di mitigazione, ha mantenuto le emissioni al di sopra dei 120 milioni di tonnellate (Mt) all'anno. È quanto è emerso dal Global Methane Tracker 2025 pubblicato dall'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA). La produzione e il consumo di bioenergia hanno ulteriori 20 Mt di metano, in gran parte derivanti dalla combustione incompleta della biomassa tradizionale utilizzata per cucinare e riscaldare nelle economie in via di sviluppo.

Lo studio ha confermato che anche i settori dell'agricoltura e dei rifiuti sono importanti fonti di emissioni di metano, ma ha evidenziato che il potenziale maggiore per la riduzione immediata delle emissioni è quello dell'approvvigionamento di combustibili fossili. "Soluzioni che riducono le emissioni di metano da combustibili fossili quasi a zero esistono già e potrebbero essere implementate oggi a costi minimi, o addirittura negativi – si legge nel rapporto dell'IEA –. Stimiamo che circa il 5% della produzione globale di petrolio e gas soddisfi attualmente uno standard di emissioni prossime allo zero (quasi 3 milioni di barili al giorno di petrolio e 130 miliardi di metri cubi di gas naturale)". Pur riconoscendo la crescita dell'impegno di molti attori per ridurre le emissioni di metano, l'Agenzia ha però rilevato che "finora pochi paesi o aziende hanno formulato piani di attuazione concreti per questi impegni, e ancora meno hanno dimostrato riduzioni delle emissioni verificabili".

"Il Global Methane Tracker 2025 dell'IEA ha rivelato che nel 2024, a causa delle operazioni del settore dei combustibili fossili, sono stati dispersi 120 milioni di tonnellate di metano, un volume equivalente all'intero fabbisogno annuale di gas residenziale dell'UE. Questo evidenzia l'inefficienza e i rischi legati alle attuali catene di approvvigionamento energetico a livello globale", ha commentato l'organizzazione ambientalista Environmental Defense Fund Europe.

"Per l'Italia, ridurre le emissioni di metano e migliorare l'efficienza energetica sono obiettivi urgenti, soprattutto in un contesto di crescente incertezza sulla sicurezza energetica e dipendenza da partner inaffidabili – ha aggiunto –. Per questo, il regolamento europeo sul metano rappresenta un'opportunità concreta per l'Italia di rispondere a una sfida cruciale, stabilendo regole chiare per la misurazione, il reporting e la verifica delle emissioni. Adottare questi standard non solo aiuterà a ridurre i rischi, ma favorirà anche l'adozione di soluzioni tecnologiche avanzate, migliorando la qualità dei dati sulle emissioni".

"Inoltre, se l'Italia vuole essere un hub energetico e un leader nella transizione energetica senza compromettere la propria sicurezza energetica, ha bisogno di un quadro normativo stabile e di politiche mirate per rafforzare l'indipendenza energetica, sostenere la competitività dell'industria nazionale e contribuire attivamente alla decarbonizzazione europea", ha concluso l'organizzazione ambientalista.