Il
settore privato dell'eurozona ha registrato ad aprile 2025 livelli di produzione generalmente stabili, come si evince dai dati previsionali dell'indagine PMI di S&P Global e Hamburg Commercial Bank. L'attività economica è stata frenata dalla
più rapida riduzione di nuovi ordini e dall'
indebolimento della fiducia nelle prospettive per l'anno prossimo: l'ottimismo ha infatti segnalato il valore più basso in quasi due anni e mezzo. All'inizio del secondo trimestre, in linea con l'andamento della produzione, i livelli occupazionali sono rimasti quasi invariati. Le aziende manifatturiere hanno continuato a ridurre gli acquisti, anche se al tasso minore in quasi tre anni. Allo stesso tempo, le pressioni inflazionistiche complessive sono diminuite, con un aumento più contenuto dei prezzi di acquisto e di vendita.
Secondo le stime preliminari di S&P Global, l'indice
PMI manifatturiero è salito a 48,7 punti dai precedenti 48,6 punti, risultando superiore ai 47,4 punti attesi dagli analisti. Una soglia che resta inferiore anche a quella critica di 50 e che denota ancora una contrazione dell'attività. Diminuisce invece il
PMI dei servizi, che scende a 49,7 punti rispetto ai 51 punti precedenti e si confronta con i 50,4 punti attesi. Di conseguenza, il
PMI composito si porta a 50,1 punti dai 50,9 precedenti, sotto i 50,3 attesi.
Fra le maggiori economie europee, la
Germania mostra un peggioramento del PMI manifatturiero a 48 da 48,3 punti, contro un consensus di 47,5 punti e del PMI sevizi a 48,8 da 50,9 (sotto il 50,3 atteso). In
Francia, il PMI manifatturiero diminuisce a 48,2 da 48,5 (47,9 punti il consensus) e il PMI servizi peggiora a 46,8 da 47,9 (era atteso 51,3).
"Il settore
manifatturiero sembra reggere meglio del previsto - ha commentato
Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank - Nonostante gli Stati Uniti abbiano introdotto ad inizio aprile le tariffe generali al 10% e quelle sulle auto al 25%, la maggior parte delle aziende manifatturiere dell'eurozona non sembrano molto turbate. Invece di scivolare a picco, hanno invece aumentato la produzione per il secondo mese consecutivo, anche più massicciamente rispetto a marzo. Sempre la manifattura ha anche rallentato i tagli ai posti di lavoro riuscendo a innalzare i propri margini di profitto, grazie all'abbassamento dei costi e alla capacità di aumentare i prezzi di vendita più velocemente del mese scorso. I costi energetici, crollati a causa dei timori di recessione negli Stati Uniti, sono attualmente una vera benedizione per il settore manifatturiero dell'eurozona. Un altro fattore positivo è l'annuncio di incrementi delle spese sulla difesa".
"È il settore
terziario ad assumere ora il ruolo di una sorta di guastafeste, con l'attività che si riduce anziché crescere, come aveva fatto quasi ininterrottamente da febbraio 2024 - ha aggiunto - Tutto questo, come si evince dai dati compositi PMI, ha spinto l'intera economia in territorio di stagnazione. Il calo più veloce dei nuovi ordini ci fa presagire che questa debolezza resterà per un po'. Tuttavia, le maggiori spese fiscali tedesche sulle infrastrutture e quelle sulla difesa in Europa dovrebbero alla fine giovare non solo il settore manifatturiero ma anche quello terziario, anche se con un po' di ritardo".