Non proprio il classico
"dialogo tra sordi", ma nemmeno tra alleati che parlano la stessa lingua. Bruxelles mette sul tavolo l'offerta a Donald Trump -
dazi zero su auto e industria, più gnl e armi americani, oltre a un fronte comune per tenere a bada la sovraccapacità spinta da Pechino.
Ma la risposta dall'altra sponda dell'Atlanti
co gela l'Europa: la
proposta di azzerare le sovrattasse è irricevibile, meglio parlare di investimenti reciproci ed export. Un rifiuto netto che rafforza la sensazione, diffusa nelle istituzioni comunitarie, che i tavoli tecnici - pur destinati a proseguire - non basteranno a colmare distanze ancora ampie. E, nell'attesa dell'incontro tra la premier Giorgia Meloni e l'inquilino della Casa Bianca, resta aperta l'ipotesi di un vertice straordinario dei leader Ue a maggio per dare slancio politico alle trattative.
Intanto,
il presidente americano non esclude che la sua amministrazione possa volere che alcuni paesi scelgano tra gli Stati Uniti e la Cina. Lo ha detto lo stesso presidente americano in un'intervista a Fox Noticias, riportata dai media Usa, rispondendo a chi gli chiedeva della Belt and Road Initiative e se desiderava che alcuni paesi latinoamericani scegliessero fra i due paesi.
Trump ha lanciato un'indagine per accertare se siano necessari o meno dazi sui minerali essenziali. L'inchiesta è stata avviata in base alla 'Sezione 232' del Trade Act del 1962, che
consente di limitare le importazioni ritenute una minaccia per la sicurezza nazionale, e potrebbe tradursi in nuovi dazi.