Dopo due mesi di tregua, il
debito pubblico complessivo dell’Italia è tornato a superare la soglia psicologica dei 3.000 miliardi di euro, raggiungendo
a febbraio un nuovo massimo storico di 3.024 miliardi e 298 milioni di euro. Il dato emerge dall’ultima statistica "
Finanza pubblica: fabbisogno e debito" pubblicata dalla Banca d’Italia. Lo scorso novembre il debito delle Amministrazioni pubbliche aveva già toccato per la prima volta la soglia "monstre" dei 3.000 miliardi, fermandosi a 3.005,6 miliardi. Successivamente era sceso a dicembre, attestandosi sotto la soglia critica, per poi risalire leggermente a 2.981,7 miliardi a gennaio. L’incremento registrato a febbraio è di 42,6 miliardi rispetto al mese precedente.
La rilevazione della Banca d’Italia si basa sui criteri metodologici previsti dalla Procedura per i disavanzi eccessivi, il cosiddetto "d
ebito pubblico di Maastricht", e fotografa una situazione economica che preoccupa analisti e cittadini.
"Record storico!
Un primato di cui faremmo volentieri a meno e che ci impedisce di usare la spesa pubblica per fronteggiare come dovremmo situazioni di emergenza, come quella che potrebbe verificarsi a fronte di una guerra dei dazi", commenta il
presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, aggiungendo che "non è accettabile fare il gioco delle tre carte con stanziamenti già previsti per altre esigenze, dando con la mano destra quello che viene tolto con la sinistra."
"Se fosse
un debito a italiano sarebbe pari a oltre 51 mila euro, 51 mila e 268 euro. Mentre se fosse il debito di una famiglia si arriverebbe a 114 mila e 555 euro. Da non dormirci la notte" conclude Dona.