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Il nostro diritto del mercato dei capitali ha vissuto nell’illusione di trovarsi
in una riserva indiana dalla quale non si può fuggire, mentre invece si è scoperto che la realtà è diversa". Così il professor
Andrea Zoppini, Ordinario di Diritto Civile all’
Università Roma Tre, nel corso del convegno "Metamorfosi del mercato finanziario italiano e princìpi di una riforma" nel quale ha presieduto il panel "le riforme dei mercati finanziari: un cantiere sempre aperto?".
Zoppni ha riconosciuto che grazie ai Libri Bianco e Verde promossi dal Dipartimento del Tesoro durante il Governo Draghi si è scoperto che "
vigono in Italia regole che non trovano riscontro in altre parti del mondo", come quelle che prevedono il
recesso, il voto di lista obbligatorio, i due terzi dell’assemblea straordinaria per le
modifiche statutarie.
"La lista si può arricchire con il tema delle
soglie delle offerte pubbliche - ha sottolineato il docente - che è un
caso emblematico perché nessun altro ordinamento ha due soglie. Gli ordinamenti europei si attestano sul 30 o sul 33 laddove è prevista una soglia fissa. Guardando all’esigenza di
riportarci ad uno standard internazionale se su questo tema è stato commesso un errore
non ci sono ragioni per perseverare. Del resto, aver portato la soglia al 25% non ha favorito le OPA obbligatorie".
"Un esempio positivo nel metodo è costituito dalla
riforma della disciplina del voto multiplo e maggiorato, in particolare del voto multiplo nel 2014. Questo è un tipico esempio di disciplina che riguarda una società neo quotata che entra in una quotazione con un regime speciale e rispetto alla quale gli investitori conoscono il regime e lo scelgono consapevolmente. Il tema dell’
accesso alla quotazione mi pare sia la strada indicata oggi dal governo che vuole accompagnare ad una
disciplina di favore più liberale anche una politica di
incentivi".