Buch (BCE): frammentazione rende settore bancario UE più vulnerabile a shock e instabilità

Pubblicato il 10/04/2025
Ultima modifica il 10/04/2025 alle ore 15:20
Teleborsa
"Le speranze che l'unione bancaria avrebbe portato a una maggiore integrazione dei mercati bancari in tutta Europa non si sono ancora pienamente concretizzate. Le fusioni transfrontaliere sono rimaste relativamente rare, circa il 75% dei portafogli prestiti delle banche è investito nei mercati nazionali e poche banche hanno modelli di business autenticamente europei". Lo ha affermato Claudia Buch, presidente del consiglio di vigilanza della Banca centrale europea (BCE), in un post sul blog dell'istituto, a Varsavia.

"Nonostante l'armonizzazione delle normative bancarie, la distanza geografica e culturale rimane un fattore importante per l'integrazione dei mercati bancari europei - ha aggiunto - Studi empirici hanno ripetutamente dimostrato che la distanza geografica è un fattore determinante per la solidità di un rapporto di credito, sia a livello nazionale che internazionale. La digitalizzazione dei servizi finanziari potrebbe rappresentare un punto di svolta in questo senso, ma resta da vedere se la distanza geografica alla fine perderà importanza".

Inoltre, "le differenze giuridiche tra gli Stati membri rappresentano un altro fattore di "distanza". L'attività bancaria transfrontaliera non è influenzata solo dalle normative bancarie. È l'intero spettro della legislazione nazionale a essere rilevante. Esistono ancora molte differenze in settori come il diritto fallimentare, il mercato dei mutui ipotecari e le strutture di corporate governance, che incidono sulla valutazione delle attività e sulla capacità di esigere garanzie".

Secondo Buch, "le differenze tra le legislazioni nazionali rappresentano una delle principali fonti di complessità nella regolamentazione bancaria. Il quadro normativo per le banche applicato dalla BCE include non solo norme armonizzate dell'UE, ma anche leggi nazionali che recepiscono le direttive UE. Inoltre, la legislazione prudenziale europea prevede anche opzioni e discrezionalità per gli Stati membri, ovvero disposizioni che consentono alle autorità nazionali di scegliere come applicare determinate norme. Ciò aggiunge livelli di complessità per i gruppi bancari transfrontalieri. Un'ulteriore armonizzazione delle norme pertinenti attraverso l'Unione del risparmio e degli investimenti sarebbe pertanto altamente auspicabile".

"Permangono numerose differenze tra i quadri giuridici nazionali che ostacolano la capacità delle banche di sviluppare modelli di business autenticamente europei - ha sottolineato la presidente della Vigilanza BCE - Di conseguenza, i sistemi bancari nazionali rimangono segmentati, limitando i benefici di un mercato bancario realmente unificato. Una maggiore integrazione finanziaria rimane limitata e il pieno potenziale del Mercato Unico non viene sfruttato. Questa frammentazione non solo limita i guadagni di efficienza, ma rende anche i sistemi finanziari più vulnerabili a shock asimmetrici e instabilità".