Trump, Cina ancora nel mirino: dazi al 104%

e apre a negoziati "su misura" con "quasi 70 Paesi"
Pubblicato il 09/04/2025
Ultima modifica il 09/04/2025 alle ore 08:31
Teleborsa
Da una parte, il presidente Donald Trump apre a negoziati "su misura" sui dazi con "quasi 70 Paesi" in coda per parlare (a partire da Corea del Sud e Giappone) dall'altra va allo scontro frontale con Pechino con Wall Street che chiude in sensibile calo in scia all'ulteriore escalation.

Pesano anche la conferma della Casa Bianca che le tariffe resteranno in vigore durante le trattative - quindi per settimane o mesi, ad essere ottimisti - e la risposta del Canada, che ha annunciato dal 9 aprile dazi al 25% sulle auto americane che non rispettano l'accordo Usmca.

"Anche la Cina vuole fare un accordo, ma non sa come farlo partire. Stiamo aspettando la loro chiamata. Accadrà!", ha scritto su Truth il tycoon, che ha fatto scattare il 50% di dazi in più al Dragone come aveva minacciato di fare se Pechino non avesse revocato le sue misure ritorsive al primo round di tariffe Usa del 34% (una risposta che il segretario al Tesoro Usa Scott Bessent ha definito "un grosso errore"). L'inasprimento, che farà aumentare le tariffe verso alcuni prodotti cinesi sino al 104%, scatterà dal 9 aprile, quando entreranno in vigore i dazi aggiuntivi per tutti gli altri Paesi del mondo. Ma Pechino, ovviamente, non starà a guardare e promette battaglia.

Il ministero del Commercio ha avvisato, infatti, che la Cina non accetterà mai "la natura ricattatoria" dei dazi americani e considera le ultime minacce "un errore dopo un altro".