Nei primi tre mesi del 2025
Stellantis ha prodotto in Italia
109.900 veicoli, in calo del 35,5% rispetto al 2024. È quanto emerge dal report trimestrale della
Fim-Cisl su
produzione e occupazione nei siti italiani del gruppo, illustrato in conferenza stampa dal segretario generale Ferdinando Uliano. Un risultato in "forte peggioramento" rispetto all'anno nero del 2024, sottolinea il sindacato, con dati negativi per tutti gli stabilimenti di
auto e
veicoli commerciali (ad eccezione di Pomigliano d'Arco). Una situazione che potrebbe essere ulteriormente aggravata dai
dazi imposti dagli Stati Uniti.
"Il crollo dei volumi sui mercati e transizione verso elettrico e digitale a cui ora si aggiungono i dazi sulle auto europee, prima minacciati e poi introdotti dagli Usa - ha dichiarato
Fernando Uliano - rappresentano una tempesta perfetta che colpisce in maniera significativa tutta l'Europa e il suo tessuto industriale più rilevante, che hanno portato la Fim insieme con tutte le organizzazioni sindacali europee di IndustriaAll Europe alla manifestazione il
5 febbraio 2025 a Bruxelles".
"L'Europa però ha dato una risposta inadeguata a sostegno del settore. Le risorse destinate:
2,8 miliardi sono insignificanti e insufficienti. Serve una reazione dell'
Europa, un cambio delle politiche rigoriste europee e la creazione di debito comune per investire nei settori civili in profonda trasformazione", ha aggiunto.
La produzione di autovetture segna un -42,5% (60.533 unità) mentre quella relativa ai veicoli commerciali registra un peggioramento del -24,2% (49.367 unità), un dato in netto contrasto con il +28,5% del primo trimestre 2024.
"Viste le
dichiarazioni dei vertici di Stellantis negli ultimi incontri istituzionali non ci aspettavamo un miglioramento - ha sottolineato il leader della Fim - ma nemmeno un dato così negativo".
Il titolo al momento risulta il peggiore al
FTSE Mib, con perdite intorno all'1,5% e un prezzo di poco superiore agli 8,15 euro per azione.