I sindacati dei
metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil hanno annunciato
almeno otto ore di sciopero a sostegno del rinnovo del contratto nazionale, in risposta al silenzio di Federmeccanica e Assistal. La mobilitazione fa seguito allo sciopero unitario del 28 marzo scorso e si rende necessaria, spiegano i
segretari generali Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, a fronte dell’immobilismo delle controparti che, dopo oltre otto mesi dalla scadenza del contratto, non hanno mostrato disponibilità a riaprire il confronto.
"La scelta di Federmeccanica e Assistal di insistere sulla loro 'contropiattaforma' è
inaccettabile – sottolineano i sindacati – perché annulla le rivendicazioni salariali e normative presentate, ignorando gli impegni presi con il precedente rinnovo del Ccnl. È indispensabile ripartire dalla piattaforma sindacale, soprattutto alla luce delle difficoltà che affrontano lavoratori e imprese".
Alla preoccupazione per il blocco delle trattative si somma il
difficile contesto economico, aggravato dai dazi USA e dall’instabilità industriale nazionale. I sindacati accusano le controparti di voler ridimensionare diritti e salari, delegittimando il ruolo della rappresentanza sindacale.
Per queste ragioni, oltre alle nuove 8 ore di sciopero, v
erranno rafforzati il blocco degli straordinari, delle flessibilità e di tutte le attività che richiedono il via libera delle RSU o delle sigle sindacali, escludendo però gli ammortizzatori sociali.
La mobilitazione si estende anche al contratto Unionmeccanica-Confapi, scaduto a dicembre. Dopo l’incontro del 17 marzo, giudicato insoddisfacente dai sindacati, è stato avviato un
percorso di assemblee nei luoghi di lavoro per fare il punto sulla trattativa, anch’essa in fase di stallo. "È urgente – concludono Fim, Fiom e Uilm – che Unionmeccanica-Confapi chiarisca chi sia l’interlocutore effettivo per il rinnovo contrattuale e inizi a fornire risposte coerenti con le richieste della piattaforma sindacale."