Difendere "i principi sanciti dalla Costituzione in cui fermamente crediamo e che sono fondamentali per i cittadini". Questo, come ha spiegato il
presidente dell'Anm Cesare Parodi, l'obiettivo dello
sciopero dei magistrati proclamato per oggi. "Non è uno sciopero contro qualcuno, mi ferisce – ha aggiunto – quando sento parlare da alcuni di questa protesta come una difesa di casta e di privilegi. Se fosse così la maggior parte di noi non sarebbe qui".
"Dai primi dati traspare la nostra soddisfazione, ci attendiamo dati soddisfacenti" ha sottolineato il presidente dell'Anm. Stando agli ultimi dati comunicati dal
segretario generale dell'Anm, Rocco Maruotti, nel corso dell'assemblea in corso a Roma, al cinema Adriano, l'
adesione allo sciopero è prossima all'80%. "Che ci possa essere in prospettiva una mutazione genetica del pubblico ministero, che il pm possa essere condizionato dai poteri forti – ha detto
Parodi intervistato da Radio 24 – è un rischio concreto. E questo sarebbe l'aspetto più negativo per i cittadini comuni. Temiamo la rivisitazione del ruolo del pm che oggi è una grande garanzia per tutti i cittadini, libero di verificare i fatti a 360 gradi. Rinunciare a questa garanzia sarebbe molto grave".
"La riforma della Giustizia non è concepita contro i magistrati, ma nell'interesse dei cittadini". Questa la posizione della maggioranza come si apprende al termine del vertice a Palazzo Chigi sul tema della giustizia, a cui hanno partecipato la presidente del Consiglio
Giorgia Meloni, i vicepremier
Matteo Salvini e
Antonio Tajani, il leader di Noi Moderati
Maurizio Lupi, il ministro
Carlo Nordio, e il sottosegretario
Alfredo Mantovano. La maggioranza, secondo quanto filtrato al termine del vertice, ha confermato la propria disponibilità a un confronto costruttivo, con particolare attenzione al dialogo con l'Anm.
Si attende, ora, l'incontro fissato per il 5 marzo. Meloni incontrerà prima l'Unione delle Camere penali e successivamente l'Associazione nazionale magistrati
"Non saranno il flash mob, il ricorso a comici come Cetto La Qualunque nel corso delle manifestazioni dei magistrati e non saranno le intimidazioni togate che ci indurranno a rinunciare alla riforma della giustizia – ha commentato, in una nota, il
presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri –. Il Parlamento andrà avanti. In nome della Costituzione, della democrazia, della separazione dei poteri. Scioperi dal sapore eversivo, non bloccheranno il cammino della democrazia. Vogliamo la certezza della pena, una giustizia rapida e la fine dell'uso politico della giustizia. Non ci faremo fermare. Andremo avanti. Le minacce al Parlamento ci riportano a momenti antichi di cui l'Italia non ha nessuna nostalgia".